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LA SABINA, RIETI, ROMA STORIA ANTICA:


LA SABINA, RIETI, ROMA STORIA ANTICA

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Età antica

Così come la fondazione della città si perde nella leggenda, anche i primi contatti con Roma non hanno contorni definiti, anche se è certo che tra Romani e Sabini avvenne una compenetrazione e che da un certo momento i Sabini si insediarono sul colle Quirinale, contribuendo notevolmente alla crescita ed al rafforzamento di Roma.

La leggenda del ratto delle Sabine fa risalire i rapporti tra i due popoli immediatamente dopo la fondazione di Roma, quando Romolo, in cerca di alleanze e di donne con cui popolare la città, rapì con l'inganno le donne dei Sabini scatenando la guerra fra Roma e i popoli vicini, dei quali solo i Sabini rimanevano invincibili. La battaglia del lago Curzio fu interrotta solo quando le donne rapite si gettarono fra le armi dei contendenti, imponendo la tregua fra Romolo e Tito Tazio e la nascita di una collaborazione fra i due popoli. Secondo una versione più prettamente storica, fu la continua ricerca di pascoli di pianura che spinse i Sabini a premere sul territorio di Roma e ad insediarsi sul Quirinale.

Ad ogni modo i Sabini, annoverati nella tribù romana dei Tities, espressero due Re di Roma (Numa Pompilio e Anco Marzio) e diedero origine ad alcune tra le gens romane più antiche (Curtia, Pompilia, Marcia, Claudia, Valeria e Hostilia). Nonostante coabitassero all'interno della stesse mura, nel corso dei secoli rimasero forti i contrasti tra Romani e Sabini, e sono numerose le guerre ed azioni militari degli uni contro gli altri.

I resti del Ponte Romano
Dopo numerosi conflitti, la Sabina fu definitivamente assoggettata a Roma nel 290 a.C.per opera del console Manio Curio Dentato. Ampi territori nella pianura di Reate e Amiternum furono confiscati e distribuiti ai romani; alla popolazione Sabina fu offerta la cittadinanza romana senza diritto di voto, ma già nel 268 a.C. gli fu concessa la cittadinanza romana con l'inclusione in due nuove tribù, la Quirina e la Velina.

Al console Manio Curio Dentato si deve anche la bonifica dell'antico lacus Velinus, operata facendo confluire le acque nel vicino fiume Nera e dando così vita alla cascata delle Marmore, che permise la coltivazione su un'ampia pianura fertile. La conquista romana vide una trasformazione urbana della città, con la costruzione del Ponte Romano e del viadotto, corrispondente all'attuale via Roma, con cui la Via Salaria superava il fiume Velino e la successiva zona paludosa salendo fino al foro (attuale piazza Vittorio Emanuele II).
Plastico della città durante l'epoca romana, Museo Civico di Rieti - sezione archeologica

Nel corso del tempo molte furono le antiche famiglie sabine che ascesero al successo nella città di Roma e ne seguirono le sorti. Tra queste va menzionata la Gens Flavia, il cui esponente più noto, l'Imperatore Tito Flavio Vespasiano, diede inizio alla costruzione del Colosseo, o "Anfiteatro Flavio", a Roma. Viene inoltre sovente ricordato con l'appellativo "il Reatino" il poeta e scrittore romano Marco Terenzio Varrone, nato a Rieti nel 116 a.C. a cui occasionalmente si è fatto riferimento quale "padre della Romana erudizione".

Il processo di cristianizzazione del territorio reatino fu avviato da San Prosdocimo nel I secolo, mentre la diocesi di Rieti fu fondata nel V secolo.

fonte wikipedia


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